CANCRO, LA CARNE SUL BANCO DEGLI IMPUTATI
Approfondimenti:
Articolo:
troppa carne troppa fame
Citazioni famose e poesie
Articolo: E' giusto ignorare? (intervista)
Sito: Saicosamangi?
Dalla fabbrica alla forchetta
Articolo: cancro, la carne sul banco degli imputati
Sito:
domande frequenti sull'alimentazione vegana dal punto
di vista medico e salutistico
Documento
pdf: I vantaggi dell'alimentazione veg (punto di vista salutistico
e medico)
Articoli: Dossier SARS
Documento
pdf: La realtà degli allevamenti intensivi (descrizione particolareggiata)
Articolo: Meno mucche, più grano
Articolo: Viaggio negli allevamenti
intensivi
Articolo: Il morbo della mucca pazza: la
verità
Documento: Dossier influenza aviaria
F.A.Q: DOMANDE FREQUENTI SUL
VEGANISMO
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità
il 30-40 per cento di tutti i tumori potrebbero essere evitati con
una “buona dieta” che limiti fortemente il consumo di
proteine animali
di Rosanna Ostuni - Il Nuovo 11 giugno 2003
MILANO - Da trenta anni l’oncologia mondiale studia il rapporto
tra cibo e cancro. I dati confermano che il 30-40 per cento dei tumori
si potrebbero evitare se uomini e donne nei paesi ricchi si nutrissero
in modo diverso. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità
i casi di cancro potrebbero aumentare del 50 per cento con 15 milioni
di nuovi casi entro il 2020. Sul banco degl’imputati il consumo
esagerato di carne e proteine animali e una dieta troppo ricca di
calorie, di zuccheri semplici, insieme al fumo e alle infezioni.
“Nei paesi occidentali ricchi, nel corso dell’ultimo
secolo ci si è progressivamente discostati dalla dieta tradizionale:
cibi che un tempo erano mangiati soltanto occasionalmente, come
molti alimenti di origine animale, a cominciare della carne ma anche
dal latte, oppure non erano conosciuti, come lo zucchero e le farine
molto raffinate, sono diventate un nutrimento quotidiano”
afferma Franco Berrino, direttore del dipartimento di medicina preventiva
e predittiva nonché responsabile del Servizio di Epidemiologia
dell’Istituto dei Tumori di Milano. “Questo modo di
mangiare ha contribuito grandemente allo sviluppo di malattie quali
l’obesità, il diabete, l’ipertensione, l’aterosclerosi,
l’infarto, l’osteoporosi, e molti tipi di tumori tra
cui quello dell’intestino, della mammella e della prostata”.
La strategia della prevenzione dei tumori passa quindi anche da
una “buona dieta”. Già nel 1997 il World Cancer
Research Fund e l’American Institute for Cancer Research avevano
dettato le proprie raccomandazioni per uno stile nutrizionale ‘anticancro’.
Al primo posto, con rammarico per i carnivori più ostinati,
si raccomandava si scegliere alimenti prevalentemente di origine
vegetale, con un’ampia varietà di verdure e frutta,
di legumi e di cereali in chicchi o sotto forma di pane, pasta o
polenta integrale. L’uso abituale della carne rossa è
invece fortemente sconsigliato. Da evitare anche il consumo di carni
o pesci cotti a elevate temperature, alla griglia o affumicati.
“Il problema” spiega Berrino “non è tanto
convincere la popolazione a cambiare modo di mangiare, il problema
è il cambiamento di tutto quello che ruota attorno al pianeta
cibo, a cominciare dagli interessi economici della produzione e
della distribuzione”. Certo è che secondo i diversi
studi è altissima la percentuale di tumori che potrebbe essere
evitata attraverso una buona alimentazione. Si parla di una percentuale
superiore del 50 per cento per i casi di tumore al colon e retto,
stomaco e esofago, mentre nei casi di mammella e cavo orale le indagini
più ottimistiche ipotizzano una riduzione del 50 per cento
con una alimentazione più “naturale”.
|